1. AUDITORY STEADY-STATE
RESPONSES
Le Auditory Steady
State Responses (ASSR) sono risposte corticali evocate da uno stimolo acustico
continuo modulato, che hanno la caratteristica di essere presenti per tutta la
durata della stimolazione. La risposta è un’onda periodica complessa che
è in fase con la frequenza di modulazione dello stimolo. Le ASSR vengono
registrate in presenza di uno stimolo presentato periodicamente e dimostrano
come il cervello “segua” tale stimolo o come lo stimolo evochi una
risposta cerebrale (Picton et al. 2002).
Quando viene presentato uno stimolo
modulato ad un’intensità sopra soglia, nella coclea si attivano le
cellule ciliate localizzate nella regione corrispondente alla frequenza del
segnale. Sebbene l’attività neurale risultante si propaghi lungo le vie
uditive, l’attività cerebrale si sincronizza con la frequenza di
modulazione d’ampiezza. Tale sincronizzazione costituisce la base delle
ASSR.
In particolare, il meccanismo di
trasduzione delle cellule ciliate non è lineare e prevede fenomeni di
compressione mano a mano che l’intensità aumenta e un’asimmetria
della risposta ai movimenti ciliari a seconda della direzione della flessione.
A livello della sinapsi, questa asimmetria viene rettificata, dal momento che
la fibra afferente viene attivata solo dalla depolarizzazione della cellula
ciliata. Queste caratteristiche di non linearità (compressione e
rettificazione) fanno sì che la risposta neurale trasporti energia sia alla
frequenza di modulazione sia alla frequenza carrier. Dal momento che il
“rate” di attivazione neurale è limitato dal fenomeno di
refrattarietà delle fibre nervose, la frequenza carrier può essere seguita solo
alle basse frequenze.
La risposta alla frequenza di
modulazione inizia già a livello delle fibre del primo neurone della via
acustica afferente (Khann e Teich, 1989 ab)
e queste informazioni si conservano nei nuclei cocleari. Il collicolo inferiore
risulta particolarmente sensibile alla frequenza di modulazione dello stimolo
e, in particolare, i neuroni del collicolo mostrano pattern di attivazione che
sono sincroni con tale frequenza (Langner e
Schreiner, 1988; Krishna e Semple, 2000) e possono rispondere sia a
modulazioni di frequenza sia a modulazioni di ampiezza (Poon e Chiu, 2000).
I neuroni della corteccia uditiva
mostrano una molteplicità di pattern di risposta: possono rispondere a
particolari intensità e frequenze come pure a specifiche direzioni e velocità
di modulazione. L’inviluppo fornisce importanti informazioni per esempio
per la localizzazione della sorgente di suoni modulati.
Secondo Eggermont
(2001), il sistema uditivo, quindi, sembra essere in grado di
analizzare suoni complessi utilizzando due procedure principali: in primo
luogo, analizzando la “trama” del suono (aspetti dello spettro che
sono importanti per l’identificazione del suono) e, in secondo luogo, la
“cornice” (onset e offset della cornice).
La valutazione della latenza del
potenziale evocato è importante nel tentativo di individuare la sorgente del
potenziale stesso e, maggiore è la latenza dell’onda, più alto sarà il
suo generatore lungo la via acustica. Sfortunatamente la latenza della risposta
ASSR può essere solo stimata (Rickards e Clark,
1984). E’ stato dimostrato che durante la risposta ad uno
stimolo modulato vengono attivate sorgenti sia del tronco che della corteccia
(lobo temporale); tuttavia l’ampiezza dell’attività corticale si
riduce con l’aumentare della frequenza di modulazione e il tronco è
risultato la sorgente principale delle risposte a frequenze di modulazione
superiori a 50 Hz (Mauer e Döring, 1999).
Galambos
et al. (1981) suggerirono che le risposte a 40
Hz rappresentano la sovrapposizione delle risposte a latenza media
ad ogni singolo stimolo. Mentre Lins
et al. nel 1995 suggerirono che le risposte a
80 Hz rappresentavano la sovrapposizione dei potenziali evocati
del tronco (principalmente dell’onda V) determinati dal
singolo stimolo.
Uno studio recente ha dimostrato che
la risposta ASSR raggiunge la sua ampiezza definitiva in un periodo di tempo di
circa 200 ms e questo sembra essere in relazione all’integrazione
temporale che avviene a livello della corteccia uditiva (Ross et al., 2002). Inoltre uno studio condotto
con le tecniche di risonanza magnetica funzionale ha descritto
l’attivazione di diverse aree cerebrali in seguito ad uno stimolo
acustico modulato: l’oliva superiore, complesso olivare superiore, il
collicolo inferiore, il corpo genicolato mediale, circonvoluzione di Heschl, la
circonvoluzione temporale superiore e il lobo parietale venivano attivate in
maniera selettiva.
1.1.
Variabili oggettive
Le ASSR sono potenziali corticali a
basso voltaggio che possono venire oscurati da vari tipi di interferenze elettriche
generate nel locale dove si esegue l’esame o nelle sue immediate
vicinanze. Pertanto è necessario adottare le dovute precauzioni se si vuole
eseguire il test nelle condizioni ottimali.
Il locale dovrebbe essere schermato
elettricamente (gabbia di Faraday) ed acusticamente. Sarebbe opportuno inoltre
che esso fosse dotato di un sistema di climatizzazione; il mantenimento di una
temperatura ambientale appropriata favorisce il mantenimento di una impedenza
cutanea costante ed evita che un’eccessiva sudorazione causi il distacco
degli elettrodi.
L’applicazione degli
elettrodi è una tappa fondamentale del test; per il nostro studio sono stati
usati elettrodi a “coppetta”, ma si possono usare anche quelli a
“clip”.
Gli elettrodi sono stati
posizionati nel seguente modo: elettrodo attivo al centro della fronte,
elettrodi negativi sulle mastoidi ed elettrodo di terra al margine superiore
della fronte spostato sulla destra rispetto a quello attivo.
La cute in ogni punto va sgrassata
con alcool e garza, strofinando fino a farla arrossare leggermente, per ridurre
la resistenza elettrica. Dopo aver messo della pasta conduttrice nella
coppetta di ciascun elettrodo, li si posiziona nei punti indicati e li si tiene
in sede con una striscia di cerotto.
Una volta applicati tutti gli elettrodi
si procede alla misura dell’impedenza inter-elettrodica.
L’impedenza di ciascun elettrodo viene misurata rispetto
all’elettrodo di riferimento costituito dall’elettrodo
di terra; è necessario che essa abbia valori abbastanza bassi.
Clinicamente è accettabile un'impedenza di 3-5 KΩ.
1.2. Variabili
del soggetto
Le ASSR possono essere influenzate
dallo stato del soggetto esaminato. E’ necessario quindi che il
soggetto posto in esame sia rilassato, pertanto lo si fa accomodare su un lettino
in modo che, appoggiando la testa, rilassi il più possibile i muscoli del collo
e della faccia i quali possono essere responsabili di artefatti. Nel caso di un
bambino si ottiene un esame migliore durante il sonno, sia spontaneo che
indotto.
1.2.1 Età
La caratteristica fondamentale
delle ASSR in relazione all’età è che le risposta a 40 Hz non sono
registrabili in maniera affidabile nei bambini (Stapells
et al, 1988; Maurizi et al, 1990, Levi et al, 1993, 1995).
Bisogna considerare due fattori, legati
all’età, che influenzano una risposta steady state: in primo luogo
l’immaturità delle corteccia cerebrale del bambino non è in grado di
supportare una risposta ritmica sostenuta a rapide stimolazioni. Le risposte
transitorie a latenza media sono difficili da registrare nei bambini, eccetto
che con rate di stimolazione lenti; questo però comporta differenze di latenza
e morfologia rispetto a quelle dell’adulto. In secondo luogo è difficile
ottenere una registrazione in un bambino sveglio mentre il sonno attenua la
risposta a 40 Hz come avviene anche nell’adulto.
Le risposte a 40 Hz, nei bambini di
età inferiore a 6 mesi, sono sostanzialmente la registrazione della risposta
del tronco (Suzuki e Kobayashi, 1984)
anche se la loro identificazione migliora progressivamente da 6 mesi a 15 anni
(Aoyagi et al, 1994).
Diversamente dalle risposte a 40
Hz, le ASSR a 80 Hz vengono registrate in maniera affidabile nei neonati (Rickards et al, 1984; Lins et al, 1996) e nei
bambini durante il sonno (Aoyagi et al, 1993).
In media, le risposte durante i primi mesi di vita variano da un terzo a metà
in ampiezza rispetto alle dimensioni delle risposte negli adulti e la soglia è
circa 10-15 dB maggiore (Lins et al, 1996).
Le risposte ASSR non cambiano significativamente
con l’avanzare dell’età: Johnson
et al (1988) non trovarono, infatti, differenze
significative nelle risposte steady-state registrate in due gruppi
di pazienti, adulti e giovani.
1.2.2 Sonno e
attenzione
Il sonno ha effetti significativi
sull’attività elettrica cerebrale ed essi sono maggiori sulle risposte
generate tardivamente nell’analisi delle informazioni uditive.
Diversi studi hanno considerato le
differenze delle risposte a 40 Hz registrate durante la veglia e quelle
registrate durante il sonno e si è notato che l’ampiezza delle ASSR si
riduce durante il sonno come anche il rumore di base derivante sia
dall’EEG sia dai muscoli. In generale si è visto che le soglie ASSR
aumentano di 10-20 dB durante il sonno (Galambos,
1981; Klein, 1983; Picton et al, 1987).
A tale proposito devono essere
considerate due ipotesi: la soglia dello stimolo necessario per generare una
risposta aumenta realmente durante il sonno oppure la soglia rimane invariata
ma risulta più difficile riconoscere la risposta.
Le ASSR a 70 Hz sono molto meno
influenzate dal sonno rispetto a quelle a 40 Hz. Vari studi hanno evidenziato
che il sonno riduce significativamente le risposte alle frequenze inferiori a
70 Hz ma non quelle alle frequenze superiori.
Makeig
& Galambos (1989) hanno eseguito uno studio evento-correlato
al fine di verificare l’influenza dell’attenzione
sulle risposte ASSR. Il “potenziale evento-correlato”
è stato registrato a seguito di un particolare evento; ad esempio
una modificazione in ampiezza o in frequenza di uno stimolo a
40 Hz oppure l’omissione di un singolo stimolo. Caratteristicamente
l’ampiezza del potenziale evento-correlato si riduceva di
circa 200 ms e poi aumentava nuovamente. Questo
tipo di osservazione è indicativo di una qualche modificazione
generata dall’attenzione anche se allo stato attuale non
è ancora chiaro nel dettaglio come lo stato di allerta influenzi
le ASSR.
2.1
CARATTERISTICHE TECHNICHE
2.1.1. Caratteristiche
dello stimolo
Lo stimolo usato per evocare le ASSR
è un tono modulato compreso nell’intervallo standard delle
frequenze audiometriche tra 250 e 8000 Hz. Il tono può essere
modulato o in ampiezza (AM) o in frequenza (FM);
oppure si possono combinare insieme modulazione di ampiezza e
frequenza (AM+FM). Precedenti ricerche hanno
dimostrato che il tono combinato AM+FM è migliore rispetto alle
singole AM o FM per la registrazione delle ASSR.
La figura 1 mostra
un tono di 1000 Hz (frequenza carrier) modulato in ampiezza a
100 Hz. L’ampiezza del segnale va dallo 0 al 100%, cento
volte al secondo.
Lo stimolo da noi utilizzato è
caratterizzato da una frequenza di modulazione AM/FM di 46 Hz. Lo stimolo
risultante può essere pensato come un una serie continua di tone-burst senza
intervallo interstimolo.

Figura 1:
Rappresentazione di un tono di 1000 Hz modulato in ampiezza a 100 Hz.
2.1.2.
Caratteristiche della risposta
Quando viene presentato uno stimolo
ASSR ad un’intensità sopra soglia, nella coclea si attivano le cellule
ciliate localizzate nella regione corrispondente alla frequenza del segnale.
Per esempio un segnale a 1000 Hz modulato in ampiezza a 100 Hz, attiverà la
coclea al massimo nella regione compresa tra 900 e 1100 Hz. Sebbene
l’attività neurale risultante si propaghi lungo le vie uditive,
l’attività cerebrale si sincronizza con la frequenza di modulazione
d’ampiezza (100 Hz), come si può osservare in Figura 2. Tale
sincronizzazione costituisce le basi degli ASSR.

Figura 2:
L’attività cerebrale si sincronizza con la frequenza di modulazione
d’ampiezza (100 Hz).
Uno dei principali vantaggi delle
ASSR rispetto all’ABR e agli altri potenziali uditivi transitori evocati
è la maniera nella quale le risposte vengono analizzate. Non è necessario
riconoscere picchi né vi sono latenze o misure di ampiezza.
La ricerca delle ASSR avviene
attraverso l’uso di algoritmi di un computer i quali sono applicati alla
registrazione del segnale EEG per analizzarne l’ampiezza e la fase
corrispondenti alla frequenza di modulazione del segnale, e per determinare la
presenza o l’assenza di ASSR.
Queste tecniche oggettive non solo
assicurano controllo di qualità nella valutazione delle registrazioni, ma
eliminano anche la soggettività della forma d’onda risultante
dall’interpretazione dell’esaminatore.
2.2 APPARATO
STRUMENTALE
E’ stata utilizzata
l’apparecchiatura GSI Audera che è costituita da una serie di componenti,
tutti indispensabili ai fini di una precisa e corretta esecuzione
dell’esame.
2.2.1
Risorse hardware
L’apparecchiatura GSI Audera
è costituita da:
·
Calcolatore
·
Interfaccia di acquisizione A/D di segnali bioelettrici – Audera
·
Interfaccia di verifica d’impedenza degli elettrodi. Essa
permette di verificare i valori di impedenza di ogni singolo elettrodo,
testando canale per canale.
·
Serie di 4 elettrodi a coppetta
·
Cuffie ad inserto modello TIP 50 insert.

Figura 3:
Apparecchiatura GSI Audera completa di cuffie ad inserto e misuratore di
impedenza.
2.2.2 Risorse
software
La registrazione dell’esame
avviene attraverso l’utilizzo di un programma applicativo denominato
“Audera”. Tale programma è costituito da una pagina iniziale per
l’inserimento dei dati del paziente. E’ necessario inserire i dati
per poter entrare nella finestra d’esame. Prima di iniziare l’esame
è necessario scegliere le modalità e i parametri di acquisizione, stabilire
l’intensità e la frequenza dello stimolo e l’orecchio dal quale si
desidera iniziare. Durante l’acquisizione, sullo schermo compaiono un
grafico polare nel quale si distribuiscono una serie di vettori, ciascuno
corrispondente ad uno stimolo, e un altro grafico detto delle “probabilità”
nel quale si forma, più o meno velocemente, una curva di risposta.
2.3
REGISTRAZIONE
L’analisi delle ASSR
tecnicamente si sviluppa per gradi. In un primo tempo i campioni
dell’attività cerebrale sono registrati e analizzati quando è ancora
presente il tono continuo modulato. I calcoli vengono effettuati
automaticamente su ogni campione del tracciato EEG. Per ogni test vengono
analizzati fino a 64 campioni, dove per test si intende una combinazione
frequenza-intensità, ad esempio 1000 Hz e 30 dB HL.
Successivamente in ciascuno
campione del tracciato EEG sono quantificate l’ampiezza e la fase
dell’attività cerebrale corrispondenti alla frequenza del tono modulato.
L’informazione di ampiezza e di fase per ciascuno campione EEG è rappresentata
da un vettore in un diagramma polare. La lunghezza del vettore corrisponde
all’ampiezza dell’EEG, mentre l’angolo del vettore riflette
la fase o latenza tra il tono modulato e la risposta cerebrale.
Le figure 4a e 4b
rappresentano i vettori ottenuti in due differenti condizioni di risposta.

Figura 4a:
Rappresentazione dei vettori in presenza di una risposta ASSR.
Nella figura 4a il diagramma
polare rappresenta i vettori che si trovano quando il tono modulato
evoca una risposta ASSR (“PHASE LOCKED”). Nel diagramma
polare vettori sono raggruppati e ciò significa che c’è
una risposta cerebrale allo stimolo: gli stimoli EEG sono sincronizzati
con la frequenza di modulazione del tono. Ciò può accadere solamente
se cervello e orecchio rispondono al segnale.

Figura 4b
: Rappresentazione dei vettori quando il segnale presentato è
sotto-soglia.
La figura 4b mostra i vettori
ottenuti quando il segnale è presentato ad un intensità sotto
la soglia. I vettori variano in lunghezza, ma soprattutto, le
fasi sono distribuite nel grafico in maniera casuale (“RANDOM”).
Ciò significa che non c’è relazione di fase tra EEG e la
modulazione del segnale; i campioni di EEG si distribuiscono in
maniera casuale e non è possibile trovare una risposta.
2.3.1 Identificazione
della risposta
La determinazione della presenza o
assenza di una riposta non è basata su una interpretazione visiva del grafico,
quanto piuttosto sulla base di analisi statistiche eseguite in tempo reale
durante la stimolazione. L’algoritmo di analisi ferma automaticamente la
stimolazione quando raggiunge il valore di probabilità “P”
prestabilito. Questa caratteristica minimizza il tempo d’esame per tutte
le prove che vengono effettuate. In maniera analoga l’algoritmo ferma automaticamente
il test qualora non si sia ottenuto un valore di probabilità statisticamente
significativo dopo 64 stimolazioni.
L’analisi della fase del vettore
usa una misurazione conosciuta come coerenza di fase al quadrato
(PC2). Viene calcolato un valore di PC2 per
ogni nuovo vettore che si ottiene da una stimolazione EEG; i valori
risultanti sono compresi in un intervallo tra 0.0 e 1.0.
Un valore di PC2 di 0.0
indica una bassa coerenza di fase tra gli stimoli EEG e la frequenza di
modulazione del tono. Un valore di PC2 approssimativamente vicino a
1.0 indica un’alta coerenza di fase tra stimoli EEG e frequenza di
modulazione del tono.
Ciascun valore di PC2 è
calcolato per determinare la probabilità che il raggruppamento dei vettori-fase
ottenuti sia statisticamente differente da una distribuzione di vettori-fase
ottenuta quando non è presentato lo stimolo o quando lo stimolo presentato è
non-udibile. Usando tabelle statistiche di varianza circolare, il valore di PC2
è calcolato per ottenere una certa probabilità detta valore di “P”.
Questa probabilità è il livello di significatività del test statistico
necessario per determinare quando è presente una risposta.
Ogni volta che il campione EEG è
analizzato e il suo vettore è disegnato, viene calcolato un valore di PC2 e
si determina un nuovo valore di probabilità.

Figura 5: Rappresentazione grafica
dell’inverso dei valori di “P” per un test nel quale è
presente una risposta ASSR. La linea a 97% rappresenta una significatività
statistica di p<0.03.
La figura 5 rappresenta il
grafico dell’inverso dei valori di “P” disegnati
per un test nel quale è presente una risposta ASSR. La linea a
97% rappresenta una significatività statistica di p<0.03. La
curva di probabilità di risposta attraversa questa linea dopo
che sono state analizzate 24 stimolazioni, indicando che le fasi
hanno una distribuzione statisticamente significativa.
Un valore di probabilità di p<0.03
pone la percentuale di “falso positivo” per l’identificazione
di una risposta ASSR al 3%. Perciò per ogni test che chiude con
una probabilità p<0.03 significa che c’è una possibilità
inferiore al 3% che i risultati ottenuti siano dovuti solo al
rumore, come accadrebbe in condizioni di non stimolo o quando
il segnale è sotto la soglia uditiva del paziente. Perciò c’è
un 97% di possibilità che la fase di chiusura rappresenti un test
nel quale è presente una risposta ASSR. Ogni test contaminato
da eccessivo rumore è automaticamente terminato ed etichettato
come “NOISE” come si osserva nella figura 6.

Figura 6 : Rappresentazione
del grafico polare risultante nei casi di eccessivo rumore di fondo.
Alla fine di ogni stimolazione, l’algoritmo
di ricerca oggettiva produce, quindi, o un risultato “random”,
che indica assenza di risposta, o un risultato “phase locked”
che significa presenza di risposta, oppure un risultato “noise”
in caso di presenza di eccessivo rumore. I risultati dei test
vengono segnati su una griglia simile ad un audiogramma chiamata
“Trials Done” di cui si può osservare un esempio in
figura 7.

Figura 7: Audiogramma
dove vengono segnati i risultati dei test ASSR effettuati.
I risultati dei test “phase
locked” sono segnati nella tabella con un freccia rivolta verso
l’alto in corrispondenza della frequenza e dell’intensità
esaminate, stando ad indicare che la soglia ASSR è migliore rispetto al livello
uditivo appena testato. Al contrario un risultato “random” è
segnato con una freccia rivolta verso il basso significando che il segnale a
quel livello non evoca una risposta ASSR ed è quindi considerato sotto la
soglia.
I test ASSR continueranno fino a
che non si trova la soglia, cioè la minima quantità di energia che il segnale
deve avere per evocare una risposta. Tale soglia può essere ricercata per ogni
singola frequenza audiometrica compresa nell’intervallo 250-8000 Hz.
La soglia ASSR per singole
frequenze è automaticamente definita come il livello in dB HL più basso al
quale un test è giudicato evocare una risposta.
L’accuratezza dei risultati
di soglia ASSR dipende dalla grandezza degli step usati per la ricerca della
soglia.
La ricerca di
soglia ASSR da noi effettuata, è stata eseguita partendo da una intensità di
circa 30-40 dB sopra la soglia tonale e sono stati eseguiti incrementi di 5 dB
HL e decrementi di 10 dB HL fino a rilevare la minima intensità necessaria per
evocare una risposta ASSR.
Tale procedura è
stata applicata per le frequenze 0.25, 0.50, 1, 2, 4 e 8 KHz, testando una sola
frequenza per volta.
2.3.2 Stima
dell’audiogramma
La soglia ASSR viene utilizzata dal
software per stimare la soglia audiometrica a toni puri. Questa stima utilizza
un algoritmo basato su una ricerca pubblicata dall’Università di
Melbourne nella quale le soglie ASSR misurate su pazienti con varie entità di
sordità sono state correlate con le loro soglie comportamentali (Rance e al., 1995). Questa ricerca ha dimostrato
che la soglia ASSR ha un’alta correlazione con la soglia a toni puri
(>90%), e questa correlazione è ancora maggiore (95%) per le sordità a
entità grave e profonda. La soglia ASSR mostra un differenza minore di 10 dB
rispetto alla soglia tonale nelle sordità gravi e profonde, mentre generalmente
mostra una differenza di circa 20 dB rispetto alla soglia tonale nelle sordità
lievi e medie.
Usufruendo della soglia ASSR è dunque
possibile ottenere la stima dell’audiogramma a toni puri.
La figura 8 mostra la stima
di un audiogramma a toni puri, di un soggetto normoacusico, usando
la soglia ASSR.

Figura 8: Grafico
della stima di un audiogramma a toni puri in un soggetto normoacusico.
Le parentesi quadre posizionate su
ogni soglia riflettono con la loro lunghezza, l’accuratezza
della stima, che sarà tanto più precisa quanto più accurata sarà
la registrazione della soglia ASSR. Le ASSR sono potenziali evocati
molto piccoli e la realizzazione della registrazione dipende essenzialmente
dalla possibilità di captare il segnale ASSR e isolarlo dall’EEG
di base, che è costantemente presente. Ricerche hanno dimostrato
che né sedativi né anestesia eliminano o interferiscono con le
ASSR, qualora sia usata un elevato rate di modulazione (>60Hz).
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