In questa sezione:  Razionale dello screening audiologico neonatale




Le prime iniziative per lo screening



        Viste le conseguenze di un mancato riconoscimento precoce della sordità congenita o genetica e dal momento che un appropriato e precoce intervento terapeutico può contribuire a migliorare la capacità linguistica e relazionale del bambino, già da tempo è stata avvertita l'esigenza di sviluppare un programma di screening audiologico universale.

        E' ormai provato che circa il 50% dei bambini con sordità neurosensoriale identificata alla nascita non presentavano alcuno dei fattori di rischio audiologico (Mauk 1991, Vohr 1996). Pertanto uno screening audiologico eseguito solo su "neonati a rischio" consente di identificare solo il 50% circa delle sordità. Tuttavia nonostante lo sviluppo progressivo di numerosi programmi di screening audiologico neonatale, l'età media di identificazione rimane ancora elevata, 24-30 mesi di vita (Mauk 1993). Lo screening è una procedura che mira ad individuare e distinguere la normalità dalla non-normalità e deve rispondere a requisiti di semplicità, affidabilità, validità ed innocuità. Una volta identificato un soggetto patologico il trattamento che segue deve essere efficace, accessibile e praticabile. Il metodo più comune per misurare la validità di un esame è quello di valutarne la percentuale di specificità e di sensibilità. La specificità è la capacità della metodica usata ad individuare tutti i soggetti normali e la sensibilità è la capacità del test ad individuare tutti i soggetti patologici. Le otoemissioni acustiche evocate OAE hanno assunto da diverso tempo e progressivamente un ruolo cardine nei programmi di screening audiologico neonatale. La specificità e la sensibilità di questo test sono state precedentemente valutate in diversi studi .

        Già nel 1986 il Congresso degli Stati Uniti ha pubblicato L'Education of the Handicappated Act che comprendeva un programma di intervento precoce per persone con deficit uditivo dalla nascita fino ai 3 anni di vita. Nel 1990 lo Stato delle Hawaii ha reso obbligatorio un programma statale per l'identificazione dei bambini sordi al quale hanno successivamente aderito diversi Stati Americani secondo il Rhode Island Hearing Assessment Project (RHIAP). Tale progetto si proponeva di valutare la fattibilità, l'affidabilità ed il costo di uno screening audiologico neonatale utilizzando le otoemissioni acustiche evocate transienti (TEOAE). Dal 1994 si sta diffusamente sviluppando negli Stati Uniti il progetto di screening audiologico neonatale secondo le direttive del National Institutes of Health (NIH) e della Joint Committee on Infant Hearing. In Europa nel 1993 è stato approvato dalla Concerted Action on Otoacoustic Emissions un progetto di ricerca (AHEAD) che prevedeva lo sviluppo di un programma di applicazione delle otoemissioni acustiche evocate come prevenzione e follow-up dell'handicap uditivo.


Bibliografia



Mauk GW, White KR, Mortensen LB, Beherens TR. The effectiveness of screening programs based on high risk characteristic in early identification of hearing impairment. Ear Heari 1991; 12:312-19.

Mauk GW, Beherens TR. Historical, political, and technological context associated wirh early identification of hearing loss. Semin Hear 1993; 14:1-17.

Vohr BR, Maxon AB. Screening infants for hearing impairment. J Pediatr 1996; 128:710-4.


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